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Reno Fabretti

Documentazione critica


«Quella di Reno Fabretti è una pittura-racconto, lontana dalle mode, dagli “ismi" caduchi di questa nostra epoca convulsa. Un racconto condotto con partecipazione affettuosa, con impegno costante, con meditata adesione, che scorre rigoglioso e sincero.

L'artista anconetano ci ha abituati a vedere, attraverso le sue opere, i risultati sempre più validi della sua appassionata ricerca nella direzione naturalistica agganciata alle visioni, agli scorci panoramici, alle "fette" di mondo che egli sapientemente, ha saputo proporre in una successione di impressioni dal cromatismo sempre più consistente, ottenuto con pennellata sicura, puntuale.

Marine, nature morte, paesaggi, scorci di città, vie, piazze, canali, sono le "creature» preferite dall'artista: frammenti lirici toccati con mano leggera, di gusto raffinato nella rapidità del tocco, negli accordi di colore, nel rigoroso ossequio alla tradizione figurativa.

Una scoperta per noi molto interessante, quella dei suoi disegni: gli appunti più intimi del suo lavoro. Matita, carboncino, fiow-master, china, con qualsiasi tecnica ottenuti, costituiscono prove non solo di valido impegno estetico, ma sovente rappresentano vere e proprie rivelazioni di maestria stilistica".

(Giovanni M. Farroni)


«Alcuni bellissimi disegni testimoniano la prodigiosa fertilità della vena artistica di questo pittore che il pubblico, da tempo, ha imparato a conoscere ed amare.

Piccadilly, il Tamigi con i suoi famosi ponti, la stazione Vittoria, la Buckingam Road, i posti e gli angoli più suggestivi di Londra sono stati fissati nei loro momenti più belli con pennellate rapide, noncuranti del particolare, guidate da una mano esperta e da un cuore commosso.

I toni grigi, prediletti dal pittore, tornano in questi paesaggi avvolti nella nebbia, sovrastati da cieli nuvolosi, nelle strade umide di pioggia, nei fumi delle lunghe ciminiere e gli altri colori che per contrasto acquistano una luminosità e bellezza particolare.

(Rosanna Vaudetti)


Se, da Parigi, Reno Fabretti ha portato in Italia meraviglie, da Londra ha portato gioielli. La sua magia coloristica ha impresso sulle tele tutto l'inesprimibile che la vista di Londra crea nell'animo finemente educato all'armonia dei toni. E ti accorgi allora come il fumo di una ciminiera contribuisca a placare una tinta ambiziosa; come lo squarcio di luce fra le nuvole assuma valori di potente relatività, e accenna nello spirito l'acuto sgomento delle lontananze infinite; come i riflessi di cieli fuligginosi sembrano pulirsi, quasi lavarsi nelle acque del Tamigi

(Filiberto Vignini)


Bisognerebbe entrare nello studio di Reno Fabretti, aspirarne l'atmosfera fatta di amore, semplicità, dedizione metodicità e perseveranza: e si capirebbe d'incanto quel magico mondo che lo pervade e che egli, giorno via giorno, travasa nelle tele, fedeli complici di pennello e colori.

Pittore d'atmosfera, concretizza in composizioni armoniche l'immagine che l'occhio ha sensibilizzato nell'anima: e grigi inimitabili, diafani o incombenti; e tonalità di univoco cromatismo schiantate d'un tratto da un richiamo vivo, violento; e prospettive immediate, con limiti vicini, o parentesi ampie con volate lontane di nubi che son cirri di garza... nascono narrando il profondo, umile pervicace amore di Reno Fabretti verso il Creato. Così un angolo di Parigi non potrà essere che essenzialmente parigino; e Londra assolutamente anglosassone, senza dar adito a luoghi comuni, a confusioni, ad equivoci.

(Bruno Tamberi)