XII-XIII. Mal di mare
Adesso ch'ha finito a costegiare,
come prima il piroscafo ci ho deto,
volta a mancina verzo l'alto mare,
che fino a Sambenico va direto.
Ma lei s'impalidisce!... si non sbalio,
lei sofre il mal di mare come tanti!...
Si sente un rosighino, un gran travalio,
un sputo ne lo stomigo davanti?
Oh non ci facia caso ... non è gnente ...
sono di soto al monte la mareta
del vento che incanalla, e la curente
increspa in pele in pele il fior del mare;
ma son cosa superflua, ristreta,
ch'ha breve la durata, e poi dispare!
Vedrà che si finiscono il bechegio,
lei si sente più melio lei si sente;
ma se ci penza sarà sempre pegio:
non vede che un cadavare vivente?
Andiamo, via, nun si scuregi invano!...
Gli vengono i cagnoli o a rigetare,
come si dice in gergo anconitano?
Si metta a sponda e poi si lascia fare ...
È duro, lo capiscio, o mio signore,
ma badi ne lo sboco ad esser mite,
per non gli venga come a quel magiore,
che nel sforzo che fece quando corse
a dar fuori, sputtò l'apendicite,
che la metà bastava ... e tosto morse!
Alberto Rondanini - da "L'Anconetano chic in Dalmazia"